Tematica Piante

Primula vulgaris Huds.

Primula vulgaris Huds.

foto 990
Foto: Pokrajac
(Da: en.wikipedia.org)

Phylum: Tracheophyta Sinnott, 1935 ex Cavalier-Smith (1998)

Classe: Magnoliopsida Brongn. (1843)

Ordine: Primulales Juss. ex Bercht. & Presl J. (1820)

Famiglia: Primulaceae Batsch ex Borkh., 1797

Genere: Primula L.


itItaliano: Primula otrecchio d'orso

enEnglish: Bear's ear primrose

frFrançais: Primevère auricole

deDeutsch: Aurikel, Alpene Aurikel

Descrizione

La Primula vulgaris appartiene al genere (Primula) il quale comprende circa 500 specie. Anche la famiglia di appartenenza (Primulaceae) è ampia e comprende 12 generi(anche se alcuni studiosi arrivano a descriverne fino a 28), diffusi quasi esclusivamente nella zona temperata boreale. Dato il grande numero di specie del genere Primula, questo viene suddiviso in trentasette sezioni. La specie di questa scheda appartiene alla sezione Vernales caratterizzata dall'avere foglie membranacee, rugose e gradualmente ristrette verso la base e con fiori sempre peduncolati. Nell'elenco che segue sono indicate alcune varietà e sottospecie (l'elenco può non essere completo e alcuni nominativi sono considerati da altri autori dei sinonimi della specie principale o anche di altre specie): Primula vulgaris Huds. ssp. abchasica Soò; Primula vulgaris Huds. ssp. balearica (Willk.) Sm. & Forrest. (1928) : è endemica delle isole Baleari; i fiori sono bianchi; Primula vulgaris Huds. ssp. calycantha (Cesati) Arcangeli (1882); Primula vulgaris Huds. ssp. komarovii Soò; Primula vulgaris Huds. ssp. rubra (Sm.) Arcangeli (1882); Primula vulgaris Huds. ssp. sibthorpii (Hoffmanns.) Sm. & Forrest. (1928) (sinonimo = Primula sibthorpii Hoffmanns.) : si trova nei Balcani e soprattutto in Asia; i fiori sono rosa o rossi; Primula vulgaris Huds. ssp. vulgaris : è la specie più comune; Primula vulgaris Huds ssp. woronowii Soò; Primula vulgaris Huds. var. caulescens Koch. Ibridi: nell'elenco che segue sono indicati alcuni ibridi interspecifici: Primula ×anglica Pax in Engler & Prantl (1889) - Ibrido fra: P. veris subsp. veris e P. vulgaris subsp. Rubra; Primula ×austriaca Wettst. in A. Kerner (1866) - Ibrido fra: P. veris subsp. canescens e P. vulgaris subsp. Vulgaris; Primula ×bosniaca G. Beck ex Fiala (1893) - Ibrido fra: P. veris subsp. suaveolens e P. vulgaris subsp. Vulgaris; Primula ×digenea A. Kerner (1875) - Ibrido fra: P. elatior subsp. elatior e P. vulgaris subsp. Vulgaris; Primula ×polyantha Miller (1768) - Ibrido fra: P. veris subsp. veris e P. vulgaris subsp. Vulgaris; Primula ×ternovania A. Kerner (1869) - Ibrido fra: P. vulgaris subsp. vulgaris e P. veris subsp. Columnae. La Primula vulgaris ha avuto nel tempo diverse nomenclature. Dal punto di vista tassonomico invece questa specie sembra essere molto vicina alla Primula elatior per la forma del calice e il colore della corolla, a parte naturalmente la presenza di un fusto. Pignatti ipotizza che la Primula vulgaris derivi dalla Primula elatior per progressiva riduzione del fusto. In effetti viste dall'alto le due specie sono molto simili, inoltre, sempre lo stesso Autore, c'informa che diverse specie di Primula sono prive di fusto (specialmente in Asia dove si trova la maggioranza di queste piante). Esiste anche la variante Primula vulgaris var. caulescens Koch che appunto è una “Primula comune” dotata di un fusto. Una pianta simile come forma ma con corolla rossa (o purpurea) è la specie Primula sibthorpii Hoffmgg., ma non si trova in Italia allo stato spontaneo (è originaria dell'Asia Minore e Caucaso). Alcuni botanici però la considerano una varietà della specie di questa scheda. Il nome del genere (“Primula”) deriva da una antica locuzione italiana che significa fior di primavera (e prima ancora potrebbe derivare dal latino primus). All'inizio del Rinascimento questo termine indicava indifferentemente qualsiasi fiore che sbocciasse appena finito l'inverno, ad esempio così si indicavano le primaverili margheritine (Bellis perennis – Pratolina). In seguito però il significato si restrinse come nome specifico (nel parlare corrente) alla pianta di questa scheda (chiamata alla fine “Primula comune”), e come nome dell'intero genere nei trattati botanici. Nella letteratura scientifica uno dei primi botanici a usare il nome di “Primula” per questi fiori fu P.A. Matthioli (1500 - 1577), medico e botanico di Siena, famoso fra l'altro per avere fatto degli studi su Dioscoride, e per aver scritto una delle prime opere botaniche moderne. Nome confermato nel XVII secolo anche dal botanico francese Joseph Pitton de Tournefort (5 giugno 1656 - 28 dicembre 1708) al quale normalmente si attribuisce la fondazione di questo genere. Il termine specifico (vulgaris) è spiegato abbondantemente dal significato della controparte in lingua italiana (“comune”). L'attuale binomio scientifico ("Primula vulgaris") è stato definito dal botanico inglese William Hudson (1730 ca. - 23 maggio 1793) nella sua opera ”Flora Anglica” del 1762. È una pianta erbacea perenne acaule (ossia i fiori e le foglie nascono direttamente dal rizoma sottostante). La fioritura è unica nel corso dell'anno (sono piante “monocarpiche” = un solo frutto nell'arco della stagione). L'altezza varia da 8 - 15 cm. La forma biologica è del tipo emicriptofita rosulata (H ros), ossia sono piante con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve, con foglie disposte a formare una rosetta basale. Le radici sono secondarie (piuttosto robuste e ispessite) da rizoma. Fusto: la parte ipogea del fusto consiste in un breve rizoma obliquo. Dimensione del rizoma: larghezza 3 -5 mm; lunghezza 30-40 mm. Parte epigea: la parte aerea del fusto non esiste (ogni fiore ha un suo peduncolo). Le foglie sono spiralate in rosetta (sono presenti solo le foglie basali o radicali). Sono obovate (od obovate-bislunghe), attenuate verso il picciolo (che è breve e allargato, ossia alato), con la pagina superiore glabra di colore verde chiaro e quella inferiore villosa e di colore grigio-verde; la superficie è rugosa-reticolata (i nervi principali sono infossati nel parenchima) è inoltre irregolarmente dentata o crenulata. Il margine della foglia è revoluto, ossia ripiegato verso il basso (specialmente da giovani), mentre l'apice è arrotondato. Dimensioni delle foglie alla fioritura (s'ingrandiscono ulteriormente fino al doppio nel corso della stagione): larghezza 1-2 cm; lunghezza 5-9 cm. L'infiorescenza è formata da diversi fiori (da 1 o 2 fino a 20 o 30), tutti capitati (posti all'apice di uno scapo afillo) e disposti ad ombrella. I fiori sono inseriti direttamente al centro della rosetta delle foglie ognuno con una suo peduncolo; a volte quest'ultimo è ridotto al minimo. Lunghezza del peduncolo : 4 - 7 cm. I fiori sono ermafroditi, attinomorfi, tetraciclici (hanno i 4 verticilli fondamentali delle Angiosperme: calice - corolla - androceo - gineceo), pentameri (calice e corolla divisi in 5 parti). All'interno del fiore è presente del nettare e i fiori sono lievemente profumati. Dimensioni del fiore: larghezza 3 cm; lunghezza 2-3 cm. Formula fiorale: K (5), C (5), A 5, G (5) (supero). Calice: il calice (gamosepalo) è diviso in cinque denti (sepali) lanceolati e lesiniformi saldati a tubo per buona parte della sua lunghezza. La forma del tubo è più o meno cilindrica con 5 spigoli acuti in corrispondenza dei sepali (lo spigolo è sorretto da un lungo nervo che termina all'apice del dente). I denti sono acuti mentre la zona centrale del calice è lievemente rigonfia. Tutto il calice è peloso ed è persistente. Dimensioni del tubo: larghezza 3 mm; lunghezza 10 mm. Lunghezza dei denti: 5-7 mm. Corolla: la corolla (gamopetala) “ipocrateriforme” è relativamente grande (più lunga del calice) a lembo piano costituita da 5 petali obcordati generalmente giallo-chiari (a stagione inoltrata acquista sfumature verdi-azzurre) con una macchia più scura (quasi aranciata) al centro, sono inoltre retusi alla sommità, portati da peduncoli radicali lanuginosi. La corolla è “ipogina”, ossia i petali sono inseriti sul ricettacolo al di sotto dell'ovario. La parte interna della corolla è cilindrica. Lunghezza del tubo: 13-20 mm. Dimensione dei lobi: larghezza 7-12 mm; lunghezza 10-15 mm. Androceo: gli stami sono 5 con brevi filamenti (non sporgono dalla corolla). Gli stami sono “epipetali” ossia sono inseriti direttamente nella corolla, (in posizione opposta ai petali) in alcuni casi, circa a metà del tubo corollino: in questo caso sono inclusi; in altri casi sono inseriti all'altezza della sommità della corolla (appena sotto le fauci) e in questo caso non sono inclusi ma sporgono dalle fauci. Dimorfismo “eterofilia”: gineceo: l' ovario è supero, uniloculare, formato da 5 carpelli saldati, con numerosi ovuli. La placenta è “assile” (o centrale), ossia attraversa diametralmente il pericarpo. Lo stilo è lungo e si affaccia alle fauci se gli stami sono inclusi nel tubo corollino (e quindi sono in posizione bassa), altrimenti è più corto e rimane chiuso nel tubo corollino con lo stigma capitato localizzato quindi a metà corolla circa. Questo dimorfismo (“brevistilo” e “longistilo” nella stessa specie chiamato “eterostilia”) fu studiato dal Darwin e viene considerato uno degli aspetti più interessanti di questa specie (e di altre dello stesso genere). Questa proprietà impedisce una fecondazione “autogama” (o autoimpollinazione), mentre favorisce una fecondazione entomofila (e quindi più efficiente da un punto di vista genetico) da parte degli insetti. In effetti si riscontra che l'impollinazione tra individui con lo stesso tipo di “eterostilia” è inefficace. È interessante rilevare inoltre che in una stessa popolazione le due caratteristiche sono presenti ognuna esattamente con il 50% degli individui. Fioritura: da febbraio a maggio; ma se l'inizio dell'inverno è mite può fiorire anche alla fine di dicembre. Impollinazione: impollinazione entomofila tramite farfalle (anche notturne) e api. Frutti: il frutto è una capsula ovoidale e deiscente alla sommità per 5-10 denti. Contiene numerosi semi che maturano da aprile ad agosto. Lunghezza della capsula: 5010 mm.

Diffusione

Geoelemento: il tipo corologico (area di origine) è Europeo-Caucasico. Presente su quasi tutte le zone temperate dell’Eurasia, sia in montagna che in pianura; in parte è presente anche in Africa settentrionale. In Italia si trova comunemente ovunque meno che in Sardegna. Nel Meridione è più facile trovarla sui rilievi. Habitat: cresce in luoghi erbosi/boschivi come i boschi di latifoglie (faggete, quercete e carpineti) e prati magri ma sempre in zone a mezz'ombra. Si possono trovare anche lungo i ruscelli. Il substrato preferito è sia calcareo che siliceo, con pH neutro e medi valori nutrizionali del terreno mediamente umido. Diffusione altitudinale: queste piante si trovano facilmente dal piano fino a 1200 m s.l.m.; essendo inoltre una pianta molto rustica sopporta abbastanza bene le gelate, quindi può spingersi a quote più elevate fino a 2000 m s.l.m. (rilevamento sul Gran Sasso). Sui rilievi quindi frequenta i piani vegetazionali collinare, montano e subalpino.


00843
Stato: United Kingdom
02040 Data: 14/05/1948
Emissione: Fiori - Francobolli con sovraprezzo per beneficienza
Stato: Austria

03616
Stato: Ireland
04378
Stato: Isle of Man